In attesa dell'Enciclica "Fratelli Tutti"

Viviamo in un tempo segnato da guerre, povertà, migrazioni, cambiamenti climatici, crisi economiche, pandemia: riconoscerci fratelli e sorelle, riconoscere in chi incontriamo un fratello e una sorella; e per i cristiani, riconoscere nell’altro che soffre il volto di Gesù, è un modo di riaffermare l’irriducibile dignità di ogni essere umano creato a immagine di Dio. Ed è anche un modo per ricordarci che dalle presenti difficoltà non potremo mai uscire da soli, uno contro l’altro, Nord contro Sud del mondo, ricchi contro poveri. O separati da qualsiasi altra differenza escludente.
“Con la tempesta - aveva detto Francesco - è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”. Il tema centrale della lettera papale è questa “benedetta appartenenza comune” che ci fa essere fratelli e sorelle. 

"L’uomo tanto vale quanto prega. Del nostro lavoro tanto resta quanto è cementato dalla orazione"  

Don Luigi Orione